Il Wolff Award, il più prestigioso riconoscimento internazionale di ricerca nell’ambito delle cefalee, è andato allo studio di 4 neurologi dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli che svela i meccanismi alla base dell’allodinia, il fenomeno della sensibilità cutanea nei pazienti emicranici.
“L’allodinia – dice il professore Tedeschi – è quella sensazione di dolore che porta il paziente, nel corso dell’attacco di emicrania, ad avvertire dolore anche per stimoli innocui.. Dal punto di vista clinico l’allodinia è un sintomo legato ad un decorso peggiore dell’emicrania. Infatti –prosegue il professore – i sintomi dell’emicrania non si limitano al dolore al capo ma comprendono un corteo di accompagnamento caratterizzato da nausea, vomito, fastidio per la luce, per i rumori e per gli odori e, appunto, l’allodinia. Quest’ultima, quando presente nei pazienti emicranici, è un elemento prognostico che ci informa su un peggiore andamento dell’emicrania che tenderà alla cronicizzazione”.
Il premio, assegnato dalla International headache society (la Società americana delle cefalee), non era infatti mai stato assegnato a un gruppo italiano prima d’ora. La stessa equipe di ricerca, diretta da Gioacchino Tedeschi e formata da Antonio Russo, Alessandro Tessitore e Marcello Silvestro, nel 2019 ha ricevuto il premio europeo Greppi.
Punto centrale dello studio firmato dai neurologi è la dimostrazione che, con notevole anticipo sullo sviluppo dell’allodinia, nei soggetti emicranici siano riscontrabili delle anomalie in alcuni circuiti cerebrali, evidenziabili con l’impiego della risonanza magnetica funzionale. «Nello specifico – evidenzia il professor Antonio Russo, responsabile del Centro Cefalee – ciò avviene perché la corteccia del cervello emicranico interpreta in maniera scorretta gli stimoli non dolorosi applicati alla cute durante un attacco emicranico».
Intanto al Senato è passata la legge che definisce l’emicrania malattia sociale.