Addio al cavalier Garofalo, inventore del pantorrone Dentecane saluta il patriarca dei ‘copetari’


Il cavalier Gerardino Garofalo ha lasciato in eredità tanta dolcezza. Non solo quella caratteriale che lo ha distinto nell’arco di una vita lunga e proficua quanto quella che lo ha reso famoso e fatto apprezzare dai palati di mezzo mondo: il pantorrone. Lui è stato geniale inventore e custode di un segreto dolciario e aziendale che ha contribuito ad accrescere la fortuna di un prodotto simbolo di un territorio, il ‘copeto’, e delle feste importanti. Quando le comunità locali conoscevano solo fame e miseria e non certo la ricchezza attuale Gerardino Garofalo si prodigava a impastare nella bottega di famiglia, avviata nel 1876, mandorle miele e pan di spagna per la gioia di grandi e piccini. E da allora non ha mai smesso. E ha trasmesso la stessa passione a figli e nipoti che oggi ricordano la mitezza di un uomo che si è fatto da solo e circondato dall’affetto dei familiari ha portato avanti con successo quella che è a suo tempo era una bella impresa. Un’impresa che ha dato, e come, buoni frutti. Per questo Gerardino Garofalo si è guadagnato sul campo il titolo di ‘cavaliere del lavoro’. Ma cavaliere lui lo era già nella vita per i suoi modi garbati, per quella proverbiale pacatezza d’animo. Una questione genetica.
Il sorriso timido, appena abbozzato sul viso sempre sereno incorniciato dalle lenti. Il fisico minuto ma pieno di energia. Dentecane ha perso una grande figura di uomo e imprenditore d’altri tempi. Una figura esemplare. Con la scomparsa del cavalier Garofalo si chiude un’epoca ma non si chiude affatto il ciclo di una solida tradizione dolciaria che dà lavoro a tante famiglie della zona. La dinastia Garofalo, orfana del suo patriarca, proseguirà l’opera iniziata dal primo produttore locale di ‘pantorrone’ nel nome, che oggi suona ancor più dolce, di Gerardino, il cavaliere.

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