In attesa del decreto attuativo, il “Fondo Nuove Competenze”, istituito nel decreto Rilancio e costituito presso l’Agenzia Nazionale delle Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), ha previsto la possibilità di destinare parte dell’orario lavorativo dei dipendenti a percorsi formativi.
Nel limite di 730 milioni di euro, negli anni 2020 e 2021, come stabilito dal decreto agosto, gli oneri relativi alle ore di formazione, comprensivi dei relativi contributi previdenziali e assistenziali, sono a carico del Fondo i cui costi sono fatti rientrare nel Programma Operativo Nazionale SPAO, (sistemi di politiche attive per l’occupazione) a diretto riporto della Commissione europea denominata Coronavirus Response Investment Initiative.
Come accadde in Germania nel 2008, si punta alla riqualificazione dei dipendenti con l’intento primo, di contenere possibili contrazioni occupazionali, e di sostenere le aziende, che si troveranno in situazioni di crisi o nella necessità di dover adeguare o innovare l’intero sistema produttivo. Ci sarà la necessità di accompagnare la ripartenza e sostenere la riorganizzazione nel mercato del lavoro, negli aspetti più innovativi delle nuove competenze digitali, elevando il “Know-How aziendale” e consentendo alle aziende di essere da subito pronte a cogliere nuove opportunità, in un mercato in continuo mutamento e sempre più sfidante.
Attraverso la contrattazione aziendale di secondo livello, sarà possibile, d’intesa con le parti sociali, sottoscrivere programmi formativi, e definire il monte ore destinato alla formazione anziché imputato a cassa integrazione, i cui relativi costi, saranno recuperati con il meccanismo del credito d’imposta.
Le risorse del “Fondo Nuove Competenze” potranno anche essere incrementate con ulteriori fondi FSE, dai Fondi Paritetici Interprofessionali e dal Fondo per la formazione e il sostegno al reddito dei lavoratori.
