L’evoluzione della metà della mela-la donna oggi

La foto storica  Lunch atop a Skyscraper ( Pranzo in cima a un grattacielo) ritrae undici operai  edili, mentre mangiano il loro pranzo al sacco seduti uno di fianco all’altro sulla trave d’acciaio di un grattacielo in costruzione a New York  di quello che sarebbe diventato l’RCA Building (oggi G.E. Building), uno dei grattacieli che formano il complesso del Rockefeller Centre, all’altezza della Quarantunesima Strada.  Era il 1932. La foto attuale, ritrae il cambiamento: 11 donne. E’ il 2020. Tutto dipende da come e da che epoca storica guardiamo le cose. Dai cambiamenti che decidiamo di apportare. E dai molteplici ruoli che la donna di oggi può esercitare.

Se c’è qualcuno che ha dovuto sperimentare più di tutti i radicali cambiamenti nel corso degli anni, è stata proprio la donna.

Clara Gambino

Il suo ruolo in società è stato sempre determinato dall’epoca storica vissuta.

Ma solo a metà degli anni 70, grazie al radicale ingresso delle donne nel mondo del lavoro, al di fuori dell’ambito familiare, acquistano a pieno titolo la loro indipendenza.

Le origini, la spinta di questo forte cambiamento, lo rintracciamo nella diffusione delle idee che sostengono l’uguaglianza tra uomini e donne e, quindi la necessità di mettere fine alla subordinazione di queste ultime, nella società anche e soprattutto in famiglia.

A partire da questo momento storico, il suo lavoro non è più incentrato e concentrato alla sopravvivenza della specie, a farsi carico della casa e di chi ci abita, ma tende a costituirsi come persona autonoma prima e durante il matrimonio.

In questo senso la famiglia è il risultato dell’incontro di due persone che hanno già una propria vita, indipendentemente da questa unione.

È soprattutto grazie al lavoro che le donne hanno, nel corso dei secoli, conquistato l’autonomia.

Oggi eseguono lavori e compiti che un tempo venivano affidati solo agli uomini. Come la guida di autoveicoli di grossa cilindrata, autisti di linea o di mezzi pubblici. La direzione o la creazione di un’azienda.

Nella scuola del passato, addirittura, anche i temi in classe avevano come traccia la differenziazione di genere,  incentrati solo ed esclusivamente sul lavoro del proprio papà.

“Descrivi il lavoro del tuo papà. Oppure che lavoro svolge?”

E mai qualcosa che potesse descrivere quello della mamma, ma solo parlare del suo essere, il

suo carattere e alla sua predisposizione innata di accudire e crescere i figli.

Questo era l’unico ruolo ad essa affidato.

La donna, la sua condizione, ha dovuto sempre adattarsi all’evoluzione politica e giuridica del tempo.

A fattori geografici e storici di appartenenza, ma anche civili ed economici.

Basti pensare all’antica Grecia, ove la donna veniva considerata dai grandi filosofi e pensatori come essere ignorante, soggetta alla potestà del padre, prima del matrimonio e dopo a quella del marito.

Nulla di più.

Nel 600’ addirittura, le donne che osavano ribellarsi, venivano accusate di stregonerie.

O nel dopoguerra, dove le era permesso di lavorare solo per sopperire per un breve periodo, all’assenza in casa di mariti e figli deceduti con la guerra o partiti per il fronte.

Solo nei tempi ritenuti più all’avanguardia, abbiamo appreso che la donna oggi può essere madre ma anche in contemporanea figlia, lavoratrice e cittadina.

Può assumere cariche amministrative, può aprire e gestire un’impresa.

Farsi carico di uno Stato. Può essere eletta dal popolo.

Può fare carriera.

Può addirittura non essere sposata e portare avanti in autonomia la crescita dei figli.

Oggi sembra ormai solo un ricordo dei libri di storia il pensiero del Duce della sua epoca: La donna nel nostro Stato deve solo obbedire e non deve contare.

Un pensiero che ormai farebbe solo riflettere il percorso che ha dovuto intraprendere la donna di ieri e,  lo sforzo che ha dovuto fare per acquisire il valore e la sua condizione che, allo stato attuale può essere ritenuta come ovvia dalle donne di oggi.

Oggigiorno addirittura le donne sono a capo di gerarchie mafiose o criminalità organizzate, che prendono la poltrona dei mariti deceduti o incarcerati.

Assistiamo alla creazione e sviluppo di aziende in rosa, sempre più in crescita soprattutto nel centro e al sud Italia.

Secondo i dati recenti dell’ISTAT, nel nostro Paese, lavorano il 48,9% delle donne.

Forse chissà, il dato è stato contabilizzato proprio da una donna.

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