Pensavo fosse amore invece era violenza e quella psicologica è ancor più devastante

Un manifesto dell’amore non c’è. L’amore si pratica, nel bene e nel male, secondo l’istinto di natura. E si dimostra, al di là di un contratto sottoscritto dinanzi agli uomini o a Dio.

Barbara Ciarcia

Tutti hanno diritto all’amore, in ogni sua forma ed espressione. Tutti sognano una storia d’amore.
Pochi, nella realtà, la vivono.

Beati quelli che hanno la fortuna di condividere un pezzo di strada con una persona amorevole. In fondo la vita merita di essere vissuta anche per questo.

Nell’èra digitale dove i sentimenti si coniugano online pure l’amore è affare virtuale. Le tormentate faccende di cuore se non finiscono in tragedia finiscono in rete o nei talk show.

I sentimenti ridotti a merce di scambio in formato televendita tirano e attirano curiosità e morbosità di un pubblico apatico. I buoni sentimenti sono invece merce sempre più rara, in via d’estinzione. L’amore, quello aulico, non appaga più. Le storie zuccherose non vanno di moda, già da tempo, rimpiazzate dalle favole nere di amori tossici, sentimenti malati, rapporti burrascosi che non prevedono quasi mai un lieto fine.

Alla fine, purtroppo, c’è qualcuno che ci rimette la vita.

Quando l’amore è un abbaglio che manda fuori strada, e spesso anche fuori di testa, chi sopravvive a storie di devastazione psicologica e affettiva deve fare i conti con traumi peggiori di quelli provocati da una violenza fisica.

E il tempo non basta mai a sanare le ferite.

E non basta certo una giornata dedicata a contrastare la violenza di genere a sensibilizzare la società su un fenomeno trasversale.

La violenza è denominatore comune alle storie di sentimenti naufragati. In fondo sono tutte, maledettamente uguali. Cambiano solo le vittime, gli attori, ma il copione è lo stesso da sempre.

E la cultura, a volte, c’entra poco. C’entra piuttosto l’educazione, quella sì, all’esercizio e alla pratica dei buoni sentimenti, del rispetto, della parità di genere. Capita, perché capita, fa parte del gioco della vita, che si incontra la persona sbagliata e la si scambi per quella giusta.

Capita di lasciarsi andare a un gioco che diventa subdolo soggiogo, sudditanza psicologica più che sentimentale. E’ la diabolica perversione di chi sa giocare spregiudicatamente coi sentimenti. E li calpesta.

Allo stesso modo calpesta a ogni piè sospinto chi suo malgrado è convinto di vivere una storia d’amore e non ha la consapevolezza di essere finito in un girone infernale.

I violenti sono abili a cambiare le carte in tavola. Sanno illudere, e peggio ancora deludere ribaltando a loro favore la realtà. I violenti si discolpano, ma incolpano chi poi li inchioda a responsabilità tutt’altro che innocenti. I violenti usano, e abusano. I violenti mentono anche quando negano la violenza. I violenti amano, sì amano, ma solo loro stessi. I violenti promettono sempre, ma non promettono mai di cambiare.

Solo chi ama è capace di cambiare senza mai praticare violenza.

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