Anche se “storia”e“tradizione” sono termini spesso abusati o al contrario da molti ritenuti vecchi e certe volte inutili, quando parli del liceo classico e in particolare del liceo classico di Pietradefusi,con queste due paroleci si deve scontrare per forza e necessità. Cominciamo dal liceo classico. Che cosa sia lo sanno tutti. È il luogo dove alcuni studenti vanno a studiare intensamente e “inutilmente” le lingue morte per antonomasia: il latino e il greco.
Non sempre il dire comune corrisponde però a verità. Se per duemila anni si studia l’una e per tremila anni l’altra ci sarà un motivo? Forse, e dico forse,perché le si ritrova nel diritto (in tutte le facoltà in cui si studia questa disciplina),nei testi di giurisprudenza, di medicina, biologia, e anche in quegli studi, certo non minori, di storia,filosofia,arte,archeologia, architettura, ingegneria, matematica, fisica.
Insomma, dovunque si volga lo sguardo nell’infinito mondo della cultura occidentale, ci si imbatte in parole,detti e costrutti latini o greci. Le chiamano lingue morte, io in esse ci vedo l’eternità del valore della cultura.Il Liceo Classico si è anche adeguato alle nuove necessità:il Latino e il Greco, per quanto siano le discipline caratterizzanti, non sono certo le uniche protagoniste degli studi classici, più spazio è stato dato all’inglese, alle materie scientifiche, per conciliare tradizione con modernità.
Da qui poi arriviamo a parlare di un piccolo liceo della Provincia Irpina:quello di Pietradefusi,che ha una storia lunga e per certi versi affascinante.La famiglia Pascucci di Dentecane, una piccola frazione del comune di Pietradefusi, ha avuto il privilegio di ospitare in casa propria ben due re:Carlo di Borbone e Ferdinando II di Borbone.
Uno degli eredi di questa famiglia,Dionisio Pascucci, volle donare nel 1852 un lotto di edifici costruiti su di una strada,importante per chi andava nelle Puglie (monarchi compresi), ad una fondazione che prese il nome da Paolo Emilio Pascucci, figlio di Dionisio, morto nell’adolescenza. Fu così che nacque nel 1911 il Liceo ed il Convitto dove ragazze e ragazzi potessero studiare e,se arrivate e arrivati da lontano,pernottare per tutto il periodo dei loro studi.
Sono più di cento anni che ragazze e ragazzi irpini si formano qui e proseguono la vita di studio e professione, portando la loro cultura classica in ogni ramo del sapere.La formazione classica aiuta a sviluppare una mente agile, capace di interpretare la complessità della società contemporanea, elaborare uno spirito critico che renda i giovani capaci di vivere la propria vita da cittadini del mondo.Il Liceo Classico di Pietradefusi,associato al Colletta di Avellino, diretto da Annamaria Labruna, offre un modello formativo in grado di fornire anche le competenze linguistiche e i contenuti necessari per educare ed orientare gli studenti verso il loro futuro, verso percorsi di studi in tutte le facoltà nazionali ed internazionali.
Nella prospettiva di fornire nuovi protagonistidi domani,l’offerta formativa insieme alle discipline previste dai programmi vigenti è arricchita e potenziata con l’insegnamento della lingua inglese in tutti e cinque gli anni, che si concretizza attraverso il conseguimento di una certificazione. Sono potenziate anche le ore di matematica e scienze per chi, nell’ambito di una formazione classica, non vuole rinunciare a una buona cultura scientifica e vuole preparasi con rigore e precisione al percorso in facoltà scientifiche.
Allora storia e tradizione sono parole così brutte ed obsolete? Ai lettori l’ardua sentenza
Flavio Castaldo (docente Liceo Classico di Pietradefusi)