Quasi con una frequenza quotidiana, il mondo del lavoro ci restituisce un infortunio e, a volte, una morte. Padri e madri di famiglia, persone di ogni età e sesso, di mattina escono da casa per andare al lavoro ma molto spesso non vi fanno più ritorno in quanto coinvolti in un incidente, anche grave, sul lavoro.
Di recente, i sindacati dei lavoratori hanno incontrato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, per confrontarsi proprio su questa recrudescenza di infortuni e morti nel mondo del lavoro.
Seppur i risultati dell’incontro sembrano essere stati meramente interlocutori, tuttavia il fatto stesso che sia stata avvertita la necessità di affrontare l’argomento è una spia della situazione che rischia di sfuggire di mano e di raggiungere livelli di estrema preoccupazione.
L’Inail ha pubblicato i dati relativi ai primi otto mesi dell’anno in corso e ci restituisce un quadro a tinte fosche. Infatti le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto, tra gennaio e luglio, sono state 312.762 (+8,3% rispetto allo stesso periodo del 2020), 677 delle quali con esito mortale (-5,4%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 33.865 (+34,4%). I dati mensili sono fortemente influenzati dall’emergenza Coronavirus.
Il confronto tra i primi sette mesi del 2020 e del 2021 richiede molta prudenza, tuttavia, nel periodo gennaio-luglio di quest’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2020, un aumento delle denunce di infortunio in complesso, un decremento di quelle mortali e una risalita delle malattie professionali.
DENUNCE DI INFORTUNIO
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di luglio sono state 312.762, quasi 24mila in più (+8,3%) rispetto alle 288.873 dei primi sette mesi del 2020, sintesi di un decremento delle denunce osservato nel trimestre gennaio-marzo (-10%) e di un incremento nel periodo aprile-luglio (+29%) nel confronto tra i due anni.
I dati rilevati al 31 luglio di ciascun anno evidenziano nei primi sette mesi del 2021 un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+18,9%, da 33.204 a 39.480 casi), che sono diminuiti del 33% nel primo bimestre di quest’anno e aumentati del 66% nel periodo marzo-luglio (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire proprio dal mese di marzo), e un incremento del 6,9% (da 255.669 a 273.282) di quelli avvenuti in occasione di lavoro, che sono calati del 10% nel primo trimestre di quest’anno e aumentati del 25% nel quadrimestre aprile-luglio.
Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 6,4% nella gestione Industria e servizi (dai 249.499 casi del 2020 ai 265.499 del 2021), del 4,4% in Agricoltura (da 14.797 a 15.450) e del 29,4% nel Conto Stato (da 24.577 a 31.813). Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne, in particolare, in quello della Sanità e assistenza sociale, che nei primi sette mesi di quest’anno presenta una riduzione del 34,4% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2020 (sintesi di un +163% del primo bimestre, di un -67% del periodo marzo-giugno e di un +3% a luglio) pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi, dell’alloggio e ristorazione (-6,5%) e dell’amministrazione pubblica (-7,3%).
Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-4,5%), al contrario delle Isole (+16,5%), del Centro (+15,2%), del Sud (+15,0%) e del Nord-Est (+14,0%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali solo in Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Molise, Basilicata e Campania.
CASI MORTALI
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di luglio sono state 677, 39 in meno rispetto alle 716 registrate nei primi sette mesi del 2020 (-5,4%). i dati sono influenzati naturalmente dalla epidemia da Covid-19 che impedisce un più puntuale dei decessi tenuto soprattutto conto che i decessi da Covid a volte avvengono do un significativo lasso di tempo.
DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE
Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi sette mesi del 2021 sono state 33.865, 8.660 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+34,4%), sintesi di un calo del 26% nel periodo gennaio-febbraio e di un aumento del 77% in quello di marzo-luglio, nel confronto tra i due anni.
Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante decremento nel confronto con gli anni precedenti.
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi sette mesi del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite da quelle del sistema respiratorio e dai tumori.