E’ stato sottoscritto un protocollo di intesa per fermare la “strage” di lavoratori e per la sicurezza sul lavoro, andando oltre il recente Decreto legge approvato dal Governo in materia e puntando su un forte potenziamento del sistema dei controlli, su un vero rafforzamento dell’organico degli ispettori del lavoro e sul drastico aggravamento delle sanzioni penali ed amministrative a carico delle imprese che impiegano lavoratori in nero e violano le norme sulla sicurezza sul lavoro.
A stipularlo, stamani, la Federazione Medie e Piccole Imprese (FMPI), nelle persone del Presidente Nazionale Antonina Terranova, del Responsabile dei Rapporti Istituzionali e Giuridici Giuseppe Fontanarosa e del Presidente Regionale Campania FMPI, Nicola Di Iorio , la Confederazione Nazionale di Lavoratori (CNAL) nelle persone del Segretario Generale, Salvatore Ronghi, del Segretario Nazionale di categoria, Orlando Cioffi e del Segretario Regionale, Antonio Ronghi, l’Organismo Paritetico Nazionale “Partecipazione e Cogestione” nella persone della Presidente, Rosa Pestilli, e del Vice Presidente, Sergio Marino.
“La legislazione italiana, con il D.lgs. 81 del 2008, Testo Unico per la Salute e la Sicurezza sul lavoro rappresenta un modello di legislazione sulla sicurezza sul lavoro nel mondo ma, nonostante ciò, il tragico fenomeno delle morti e degli infortuni sul lavoro continua a colpire al cuore il mondo produttivo italiano, ed il Decreto Legge 146/2021, emanato dal Governo il 21 ottobre 2021, risulta insufficiente per porvi fine” – ha evidenziato Terranova. “Con il protocollo di intesa, che oggi sottoscriviamo, impegniamo Governo nazionale e regionale, ciascuno per le proprie competenze, a mettere in campo misure per rafforzare l’attività di controllo attraverso il coordinamento tra Ispettorato Nazionale per il Lavoro e le Azienda Sanitarie Locali, ad inasprire le sanzioni, penali ed amministrative, a carico delle aziende che impiegano lavoratori a nero e violano le norme sulla sicurezza sul lavoro, a garantire un sistema formativo affidabile, a defiscalizzare le misure per la sicurezza sul lavoro a carico delle aziende” – ha spiegato Fontanarosa.
“Il recente Decreto Legge approvato dal Governo prevede l’incremento della dotazione organica dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro di sole 1.024 unità e l’incremento del Comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro di sole 90 unità, quantità del tutto insufficienti per realizzare una vera rete capillare di controllo su tutte le imprese italiane, tenuto conto delle numerose realtà sommerse che esistono particolarmente nel Sud Italia” – ha sottolineato Ronghi, per il quale “occorre prevedere un incremento del numero degli Ispettori del Lavoro di almeno 10.000 unità ed inasprire drasticamente le sanzioni a carico delle aziende che impiegano lavoratori in nero e violano le norme sulla sicurezza sul lavoro”.
“I costi per la sicurezza sono molto pesanti per gli imprenditori e la normativa fiscale in vigore non permette di recuperarli – ha evidenziato Cioffi di CNAL -,bisognerebbe, invece, puntare sulla loro defiscalizzazione e premiare, attraverso l’attuazione della normativa sulla cosiddetta ‘patente a punti’, le imprese virtuose nella sicurezza sul lavoro”.
“La sicurezza sul lavoro è una materia concorrente ma, ad oggi, l’azione delle Regioni in generale e della Campania in particolare, è stata pressoché nulla” – ha sottolineato Di Iorio di FMPI – , per il quale “la Regione Campania dovrebbe adottare una legislazione regionale che abbia funzione incrementale rispetto agli standard fissati a livello statale per la sicurezza sul lavoro e che intensifichi le attività di programmazione e di svolgimento delle attività di prevenzione, e di controllo nei luoghi di lavoro”. “Nell’Intesa che oggi sottoscriviamo, proponiamo l’istituzione di un’Agenzia Regionale per la sicurezza sul lavoro che, in sinergia con l’ispettorato del Lavoro, delle Asl e dei vigili del Fuoco, intensifichi i controlli su tutte le aziende ricadenti sul proprio territorio anche al fine della revoca dei finanziamenti pubblici regionali in caso di violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro” – ha rimarcato Antonio Ronghi di CNAL.
“Il recente Decreto legge del Governo non entra nel merito della fondamentale problematica della affidabilità delle attività formative e del rilascio delle relative certificazioni da parte di Organismi Paritetici Nazionali, ai quali viene imposto il solo obbligo delle comunicazioni all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, non prevedendo, però, alcuna forma di controllo sugli stessi al fine di garantire l’effettività dell’attività formativa e delle relative certificazioni. Per questo motivo, proponiamo che il Governo centrale istituisca un vero ed adeguato sistema dei controlli sugli enti e sugli organismi paritetici autorizzati al rilascio dei certificati formativi” – ha sottolineato Pestilli.
“Proponiamo, infine, che venga istituito il Marchio di qualità della Sicurezza sul Lavoro, per le imprese che applicano le norme sulla sicurezza del lavoro, e che si attivi il percorso per la stipula dei protocolli con le parti sociali, in materia di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per istituire un nuovo sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi” – ha concluso Marino.