Il capitale umano o disumano è come un petalo perso da una rosa in primavera.
Il rischio è che il ragionamento possa sembrare estremamente soggettivo visto che dipende sempre dai punti di vista di un uomo.
Cediamo ad un prezzo solo perché siamo prede facili in pasto all’ignoranza quasi globale e prolifera esistenziale. Un po’ di buon senso dovrebbe indurci a riflettere, a rispettare ciò che siamo senza alcun timore di essere sottovalutati da qualcosa o da qualcuno che dovrebbe essere lontano dal nostro quotidiano.
Conosciamo le persone, iniziamo ad ascoltare davvero quello che hanno da dirci e poi? È una completa delusione, il mondo ci crolla addosso perché si può competere con tutto ma con l’ignoranza collettiva no.
“Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.” Questo era quello che un po’ di tempo fa un fisico dalla mente esuberante come Einstein, sosteneva. Sono passati i giorni, i mesi, gli anni e quello che un uomo ha supposto molti decenni prima è ancora e purtroppo valido oggi.
Rimaniamo prevedibili nel modo più squallido che possa esserci a discapito del periodo che non si ferma, dell’innovazione che avanza, della speranza che dovrebbe suggerirci la riflessione, l’emotività, quei valori accantonati. L’ignoranza e la mancanza di rispetto, padre e madre della stupidità. Questa è l’amara verità che affligge l’intera umanità, il monolite che ostinatamente non siamo in grado di oltrepassare, proprio per la sua vastità, come campi infiniti di grano ma non con la loro stessa bellezza.
Ma come si fa a rimanere impassibili dinanzi l’ignoranza? Questa è una delle domande che ci poniamo più di frequente quando difronte a noi vediamo mancanze di rispetto, discussioni sterili, atrocità psicologiche. Più spesso di com’è rimaniamo inerti a “subire” queste ingiustizie e perché no, queste forme di razzismo incivile verso chi è l’artefice di ciò perché dentro di noi sappiamo che non si può combattere l’ignoranza aggredendo un ignorante, ma si può combatterla con un’arma che non fa male, la conoscenza.
Qualcosa deve pur sempre cambiare o in qualche modo trasformarsi. A volte è solo una questione di tempistica, d’altronde siamo consapevoli del fatto che tutto ciò che ci accade è perché ci deve accadere e dunque siamo preparati per affrontarlo.
Dovremmo iniziare a plasmare noi stessi per poter riuscire a cambiare la nostra prospettiva di guardare il mondo, perché accade qualcosa di strano, un meccanismo contorto che in un attimo incombe su di noi e con esso ci fa credere che i veri ignoranti siamo noi che vorremmo cambiare il mondo urlando nelle piazze, ma il mondo per essere cambiato ha bisogno di altre cose come la gentilezza, la riverenza, la sapienza.
——– Quando sei ignorante, umanamente, lo sei in tutto e per tutto. Calpesti i fiori, gli altri e con essi le loro emozioni, i loro sentimenti. Non hai rispetto di nulla e di nessuno, nemmeno di te stesso e del male che puoi provocare. L’ignoranza umana è quella più letale perché da quella non si scappa, è un tunnel luminoso e se provi ad uscire c’è solo il buio ad aspettarti. ——–
E allora quel petalo che cade potremmo essere anche noi ogni volta che applaudiamo all’ignoranza invece di lanciarle pomodori.