Si è svolta, nella prestigiosa cornice dell’Hotel Albergo del Senato, a Roma di fronte al Pantheon, giovedì 27 ottobre, l’Assemblea dei segretari regionali e di tutti gli organismi direttivi nazionali di FMPI per un approfondimento degli incarichi assegnati e per presentare la nuova “Carta dei Servizi”.
Nell’ambito di tale iniziativa è stata colta anche l’opportunità di fare qualche prima riflessioni sul nuovo Governo che, sotto la guida di Giorgia Meloni, sta iniziando la propria attività.
In effetti, “è positiva l’iniziativa del Ministro Urso di dare vita a un Difensore civico delle imprese e di avocare al ministero le procedure in materia di imprese quando altre istituzioni non diano risposte. Tutto ciò conferma la fattiva attenzione del nuovo governo per le imprese e soprattutto per le piccole e micro imprese che sono il motore produttivo dell’Italia”. E’ quanto hanno affermato il segretario generale Salvatore Ronghi e la presidente Antonina Terranova di Fmpi (Federazione medie e piccole imprese), nel corso dell’Assemblea programmatica.
“Con Giorgia Meloni premier, con il ministro Urso e con la visione politica del destra-centro alla guida del Paese, è partita la grande svolta che ci condurrà all’abbattimento della tassazione che grave sulle imprese, alla riduzione di ben cinque punti del cuneo fiscale, alla semplificazione legislativa ed amministrativa, azioni indispensabili per far ripartire la crescita economica e il lavoro in Italia. Per raggiungere questi obiettivi – hanno aggiunto Ronghi e Terranova – la nostra Federazione sarà in campo con le proprie proposte per contribuire al rilancio delle piccole e micro imprese e per contribuire alla realizzazione del programma di un governo che ne ha fatto il proprio baricentro politico”.
La Fmpi chiederà al governo alcuni provvedimenti urgenti e soprattutto risorse economiche per far fronte al peso del caro bollette. Sono circa un milione le micro e piccole aziende a rischio chiusura a causa di questa emergenza, afferma la federazione. Inoltre, si è sottolineato l’urgenza di porre fine alla giungla contrattuale: sono oltre 950 i contratti nazionali di lavoro censiti dal Cnel, “è un quadro insostenibile che alimenta incertezza e disparità di condizioni lavorative“. “Bisogna procedere – ha affermato ancora Terranova – alla riforma della contrattazione, attraverso l’introduzione dei Contratti Nazionali di Settore, e favorire la contrattazione di secondo livello“.
Il direttore generale di Fmpi, Salvatore Ronghi, senza giri di parole, ha attaccato il presidente di Confindustria Bonomi sostenendo che «i suoi interventi vanno sempre nella stessa direzione, salvaguardare le grandi imprese, che sono poco meno del 7% dell’apparato imprenditoriale italiano. Noi, invece, – ha proseguito Ronghi – vogliamo difendere e sostenere quelle micro e piccole imprese che rappresentano, la vera filiera produttiva italiana. Per questo motivo siamo contenti della direzione in cui si muove il nuovo governo e non possiamo che sostenerlo».
Inoltre, ha concluso Ronghi, «l’Italia ha bisogno di rilanciare il settore manufatturiero e quindi il Made in Italy, anche con un nuovo “Patto Fiscale” che preveda un taglio drastico del cuneo fiscale, per ridurre il costo del lavoro, la riforma per ridurre la pressione fiscale, la cancellazione dalle “cartelle esattoriali” del costo degli interessi e delle sanzioni, al fine di regolarizzare il dovuto».
Giuseppe Fontanarosa, presidente del centro studi Fmpi europeo Po.La.Ri.S, dal canto suo ha osservato che «in Italia sono tante le misure per le politiche attive per il lavoro che hanno la discriminante di premiare le grandi imprese a discapito delle Pmi. E’ sintomatico il caso del Fondo Nuove Competenze con il quale le risorse complessivamente erogate per i progetti formativi, a febbraio 2022, sono state pari a oltre 547 milioni di euro. Su un totale nazionale di progetti formativi di adesione al Fondo, pari a 14.617, il maggior numero di istanze risulta quello proveniente dall’area territoriale Sud ed Isole (7.527 istanze). Eppure le maggiori risorse sono andate alle grandi aziende che, ovviamente, sono collocate nel Centro/Nord». Infatti, ha proseguito Fontanarosa, «la Corte dei Conti scrive che la Lombardia è la regione che ha ottenuto il più alto importo – 399.662.652,18 Euro – a favore di 213.048 lavoratori e per un totale complessivo di 22.823.855 ore pari al 34,35 per cento delle risorse nazionali autorizzate. A questo dato si aggiunge quello delle imprese. Quelle attive in Italia nel 2020 sono 1.614.243, con 13.707.237 addetti. Il 93,3% delle imprese occupa fino a 15 dipendenti (Fonte Sistan). Ebbene solo 329 imprese hanno ricevuto il 37% delle risorse erogate ed in particolare 21 di esse hanno ricevuto il 21% del totale».
Insomma – ha concluso Fontanarosa – «il 40% del totale delle risorse messe a disposizione attraverso il Fondo Nuove Competenze sono state erogate allo 0,03% delle imprese italiane. Ecco perché è necessario cancellare questo discrimine attraverso l’inserimento di parametri che non penalizzino le Pmi».
“Per raggiungere questi obiettivi – ha concluso la presidente Terranova- la nostra federazione sarà in campo con le proprie proposte per contribuire al rilancio delle piccole e micro imprese e per contribuire alla realizzazione del programma di un governo che sembra ne abbia fatto il focus principale della propria azione”.
Sono stati numerosi gli interventi che hanno arricchito la riflessione ed il dibattito tra cui si segnalano quelli di Massimo Lucidi, Gabriella Peluso, Carlo Ciampi, Luca Pantanella, Natalino Priscoglio, Rosa Pestilli, Giuseppe Custode, Andrea Castaldo, Domenico Romano, Renato Rossi, Nicola Di Iorio, Angelo Lupoli. Inoltre, si segnalano le presenze di Fausto Perna, Anna Sorrentino, Diana Ciotu, Darya Lischinsky, Raffaele Sirica, Salvatore Grimaldi, Enzo D’Amore, Donato Scarinzi, Lino Fiscarelli, Enrico Scaccini, Carla Grassi, Enzo Gallo, Natale Scrima.