PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE ANCHE NEL CAMPO DELL’ASSOCIAZIONISMO

Tra il XVII e il XVIII secolo prendeva piede in Europa la corrente dell’empirismo che sosteneva come la conoscenza umana derivasse esclusivamente dai sensi o dall’esperienza. Da questa corrente derivò, successivamente, il concetto di associazionismo che, a differenza di quanto si possa immaginare, non andava a coprire temi economici e sociali ma, forse in modo non del tutto prevedibile, quello della psicologia ipotizzando che ogni evento psichico complesso derivi da elementi psichici più semplici, i quali sono “associati” fra di loro.

Nicola Di Iorio

Questo straordinario concetto, nel tempo, si è esteso ad altri campi umani, acquisendo, di volta in volta, anche contorni tali da adattarsi alle situazioni come l’acqua fa in un recipiente.

Il “mettere insieme” è lo sforzo che deve fare sempre chi intende allineare problematiche e tematiche per risolverle meglio.

In fondo questo sarebbe il compito che apparterrebbe anche, e soprattutto, alla politica, quello di mediare interessi, di mettere insieme problemi, effettuare censimenti di casistiche, per categorie o per stratificazioni sociali.

Non è un compito semplice…è molto complesso perchè impatta con i bisogni e le ambizioni degli individui.

Creare un associazionismo dei bisogni e delle ambizioni è un compito difficile che solo l’arte raffinata della politica può consentire di far riuscire nell’intento.

Comporre e scomporre, costruire e decostruire, programmare, pianificare sono gli eterni ritornelli di chi intende predisporre un puzzle mettendo insieme tante tessere tutte di colore diverso. A complicare il compito vi è che, ovviamente, il disegno del puzzle cambia a seconda di chi è chiamato ad immaginarlo. Mettere insieme due puzzle è quasi impossibile a meno che non ci siano delle vere intelligenze politiche a confrontarsi.

In fondo la politica è proprio questo e don Lorenzo Milani la sintetizzava mirabilmente nella capacità di sortire, a prescindere dalle diversità, insieme dai problemi. E su questo che si cementano leadership, relazioni, solidarietà e condivisioni.

La missione che ho intravisto fin dall’origine, ben pianificata e programmata, in FMPI è stata ed è questa…costruire insieme sapendo di essere diversi e condividendo non tanto il modo di costruire ma la consapevolezza delle proprie diversità.

A differenza di quanto ogni tanto sostiene la politica nazionale che soffre a volte di rigurgiti fin troppo localistici, è proprio questa la bussola che guida ancora oggi ogni scelta in FMPI, riprendendo un forse fin troppo utilizzato concetto, ma che torna buono qui, di “pensare globale e agire locale”.