VINITALY 2025: DIMOSTRAZIONE DELLA CAPACITÀ DI RESILIENZA ITALIANA, CAMPANA E IRPINA

La 57ª edizione di Vinitaly a Verona si è chiusa con 97.000 presenze complessive e con una notevole presenza di operatori esteri pari al 33% del loro totale, oltre 32.000 provenienti da oltre 130 nazioni.

I dazi reciproci del 20% al vino italiano ed europeo applicati dal presidente statunitense Donald Trump non hanno fermato gli operatori Usa arrivati numerosi. Sono stati oltre 3.000 i buyer americani presenti alla 57^ edizione di Vinitaly.

Tuttavia il ritorno da Verona è carico di dubbi e con qualche certezza incrinata.

Negli ultimi mesi il mondo del vino è diventato il bersaglio preferito di tutti coloro che hanno interesse a sostituire la bevanda più identitaria e antica che ha caratterizzato la vita dell’essere umano.

E’ noto che i consumi di vino in Italia continuano a fare compagnia nella vita quotidianità delle persone ma il suo consumo è diventato molto più saltuario rispetto al passato, anche sulla scia di una tendenza salutistica che si sta radicando soprattutto nelle nuove generazioni che sembrano essere abbagliati dalle cosiddette bevande energizzanti i cui effetti benefici sulla salute sono tutti da dimostrare. Comunque, secondo l’Istat, sono almeno 29,4 milioni i consumatori di vino in Italia. In pratica un italiano su due consuma vino.

Dopo millenni in cui l’umanità si è servita, a vario titolo, del vino anche come farmaco oltre che come alimento o come elemento ludico e conviviale oggi la bevanda di Ulisse ed Orazio sembra essere diventato il nemico della salute umana visto che anche l’UE vorrebbe inserire nelle etichette che fa male alla salute come già avviene sui pacchetti di sigarette. Eppure è noto fin dalla notte dei tempi che è il costante consumo, eccessivo e smodato, di alcol produce conseguenze negative sul fisico. Tuttavia sono in pochi a ricordare che oggi, in giro, ci sono bevande ancora più pericolose per la salute, soprattutto per i giovani.

Come conseguenza quasi diretta vi è stata l’approvazione del nuovo codice della strada che ha inasprito le sanzioni per coloro che vengono trovati al volante con valori alcolici critici i cui limiti, tuttavia, non sono aumentati rispetto al passato.

Gli stili e i modelli di vita, privata e lavorativa, anche in Italia stanno cambiando da tempo e ciò induce i consumatori a rivolgersi a bevande leggere e con un basso contenuto alcolico, salvo fare il contrario nei fine settimana. Qualcuno pensa che produrre un vino dealcolato potrebbe essere in grado ad intercettare questo mondo di consumatori. Ma ovviamente non si tratta più di vino.

Il cambiamento climatico pone questioni planetarie. Tuttavia sono evidenti i tentativi di non riconoscere tale cambiamento. Sono gli agricoltori però a riconoscerlo visto che si trovano tutti giorni a confrontarsi con il clima e le sue sempre più complicate conseguenze.

A questi temi, già di per sè pesanti, a rendere l’atmosfera più plumbea nei padiglioni di Veronafiere si è aggiunto l’insensato aumento dei dazi ad opera di Donald Trump che conferma le passate impressioni di essere un personaggio pericoloso per il mondo al pari di un Putin o di uno Xi.

Ma, come ha dichiarato Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione italiana Vini, la partita è appena all’inizio e i danni rischiano di riverberarsi anche sulla filiera americana.

La partecipazione campana a Verona è stata di qualità e quella irpina è stata come sempre nutrita e capace di elevare la capacità competitiva facendo leva soprattutto su prodotti di grande qualità e privi quasi del tutto della possibilità di replica in altri territori del mondo. La presenza dei consorzi di Tutela, del sistema camerale e dell’assessorato all’agricoltura della regione Campania hanno garantito riflessioni e proposte di indubbia qualità e importanza.

Nell’ambito della kermesse veronese alle imprese irpine è stato anche spiegato la natura e l’obiettivo che persegue il progetto di economia circolare “Frontsh1p”, finanziato con il fondo europe Horizon, di cui il Gal Irpinia è partner.

Il progetto Frontsh1p mira a decarbonizzare e rigenerare il territorio della regione polacca di Lodzkie attraverso la dimostrazione di modelli sistemici circolari e soluzioni tecniche rivolte a settori come quelli riguardanti gli imballaggi in legno, gli scarti alimentari ed agricoli, le acque reflue e nutrienti e i rifiuti di plastica e gomma. La creazione di concreti piani d’azione finalizzati a replicare l’esperienza polacca anche nel territorio campano del Gal Irpinia, contribuirà all’agognata transizione verde dei territori interessati anche con soluzioni circolari capaci di rimettere nel ciclo produttivo gli scarti di lavorazione provenienti dalle filiere dell’olivicoltura, della viticoltura e della cerealicoltura. Tali temi saranno affrontati anche nei prossimi incontri con gli imprenditori e i professionisti del settore.

Pino Caggiano

L’Irpinia, come il Sannio, pur scontando i problemi tipici delle aree interne montane, sembra presentare margini significativi per risalire la china di un mondo del vino sotto attacco avendo la possibilità di legare le proprie produzioni di qualità alla propria

Lorenzo Manganese

lunghissima storia e alla cultura del territorio. Come ha correttamente ed intelligentemente sostenuto proprio da Frescobaldi, un Taurasi lo puoi trovare solo in Irpinia. Penso che possa essere chiaro anche a uno come Trump. Quindi l’Irpinia si difende con la qualità del suo prodotto, del suo ambiente, del suo territorio a cui è possibile aggiungere la storia e la tenacia dei suoi tanti e competenti imprenditori del settore. Ora occorre soprattutto unità e calma, come consigliano anche le organizzazioni di rappresentanza del settore agricolo, ma serve anche un approfondimento su ulteriori mercati da dragare anche se, e’ innegabile, il mercato americano non si sostituisce con facilità. Tuttavia sono convinto che la tempesta odierna, dopo le tante del passato, può essere affrontata e superata solo se si continua a perseguire la qualità e, soprattutto, l’unità di intenti.