L’Istat, l’otto gennaio scorso, ha pubblicato il proprio rapporto sull’occupazione aggiornato al 2020. Ovviamente si tratta di una fotografia parziale che tiene conto delle misure in materia emanate dal Governo per fronteggiare la pandemia dal punto di vista socio economico (cassa integrazione e blocco dei licenziamenti prorogati a marzo 2021) ma che non sconta ancora il clima di assoluta incertezza che regna in larga parte del mondo economico ed imprenditoriale italiano.
L’Istat ci dice che a novembre, dopo la sostanziale stabilità di ottobre, tornano a crescere gli occupati; un incremento si registra anche per gli inattivi, che erano in calo da maggio, mentre si fa più marcata la diminuzione dei disoccupati.
La crescita dell’occupazione (+0,3%, pari a +63mila unità) riguarda entrambe le componenti di genere, i dipendenti a tempo indeterminato, gli autonomi e tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni che, insieme ai dipendenti a termine, segnano una riduzione. Nel complesso il tasso di occupazione sale al 58,3% (+0,2 punti).
Il forte calo del numero di persone in cerca di lavoro (-7,0%, pari a -168mila unità) è generalizzato sia per sesso sia per età. Il tasso di disoccupazione cala all’8,9% (-0,6 punti) e tra i giovani al 29,5% (-0,4 punti).
A novembre, continua l’Istat, il numero di inattivi cresce (+0,5%, pari a +73mila unità) tra le donne, gli uomini, i 25-49enni e gli ultra 65enni, mentre diminuisce tra 15-24enni e 50-64enni. Il tasso di inattività sale al 35,8% (+0,2 punti).
Il livello dell’occupazione nel trimestre settembre-novembre 2020 è superiore dello 0,6% a quello del trimestre precedente (giugno-agosto 2020), con un aumento di +127mila unità.
Nel trimestre calano sia le persone in cerca di occupazione (-2,8%, pari a -67mila) sia gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,8%, pari a -117mila unità).
Le ripetute flessioni congiunturali registrate tra marzo e giugno 2020 hanno fatto sì che, anche nel mese di novembre 2020, l’occupazione continui a essere più bassa di quella registrata nello stesso mese del 2019 (-1,7%, pari a -390mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-287mila) e autonomi (-103mila) e tutte le classi d’età, fatta eccezione per gli over50, che crescono di 130mila unità per effetto della componente demografica. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 0,8 punti percentuali.
A novembre 2020, le ore pro capite effettivamente lavorate, calcolate sul complesso degli occupati, sono pari a 33,4, livello di 2,5 ore inferiore a quello registrato a novembre 2019; la differenza scende a 1,9 ore tra i dipendenti, per i quali il numero di ore lavorate è pari a 32,5.
Nell’arco dei dodici mesi, diminuiscono le persone in cerca di lavoro (-10,3%, pari a -256mila unità), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+3,6%, pari a +479mila).
In sintesi, per riepilogare e mettere in fila i dati Istat si può senz’altro affermare che la crescita dell’occupazione, osservata tra luglio e settembre, che aveva registrato una battuta di arresto nel mese di ottobre, riprende a novembre, per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti e degli indipendenti. Per il quarto mese consecutivo continua, con maggiore intensità, la diminuzione del numero di disoccupati, che porta il tasso sotto il 9%. I livelli di occupazione e disoccupazione sono inferiori a quelli di febbraio 2020, rispettivamente di 300 mila e di oltre 170 mila unità, mentre l’inattività è superiore di quasi 340 mila unità. Rispetto a febbraio, il tasso di occupazione è più basso di 0,6 punti percentuali e quello di disoccupazione torna invece a essere inferiore di 0,5 punti.