L’altra sera, mentre ero senza telefono o collegamenti con il mondo esterno, avevo iniziato a scrivere.
Ultimamente sono molto confusa. Non so che fare, so solo che ogni passo, ogni parola ha il suono di un errore.
Come quando da piccola, solo adesso mi rendo conto, scrivendo “da piccola”, che non so nemmeno cosa voglia dire essere realmente piccola, non lo sono mai stata, ma lo cerco disperatamente quel momento dentro di me. Cerco una coccola, un abbraccio, un bacio sulla fronte come quelli che non ho mai avuto, perché mia madre era troppo egoista per provare amore verso di me e mio padre, per quanto mi voglia bene, troppo concentrato su sua moglie per pensare a me.
Ecco, i miei traumi. Due genitori che di genitori non ne vedo nemmeno il nome, scelti a caso, pescati in questa immensa bolla e buttati lì, a fare, ad essere qualcosa che non sono. Io non voglio questo. Io non sono questo e per quante volte ripeto a me stessa di non essere loro, convincendomi del contrario e non so neppure io il perché, non lo so. Non sono loro e non voglio essere come loro.
Profumo di famiglia, quante volte l’ho sognato. L’ho immaginato al gusto di vaniglia, dolce, ma al tempo stesso caldo, come la notte di Natale o come il 15 di agosto.
Sarà l’età, sarà la voglia del diverso, sarà che ogni volta che mi guardo allo specchio accanto a me vedo un piccolo mostriciattolo con gli occhi grandi e luccicanti che mi dice “mamma mi prendi in braccio che voglio essere coccolato?”.
Ed io lo vedo per davvero, solo per un secondo, ma lo vedo per davvero. Mi giro, con tutto l’amore e la voglia di strapazzarlo di coccole, ma non vedo più niente. Vedo il vuoto intorno a me, quel senso di niente che mi spezza il cuore. Allora penso di non meritarlo, penso di non meritare quel tipo di amore, penso di aver sbagliato tutto e mi torturo il cervello per capire perché. Dove ho sbagliato? Dove?
Ho il cuore a pezzi e la mente in frantumi, non so più che fare e nel mentre il tempo passa perché è invidioso, questo lo so, e non so più chi sono e non so più nemmeno che cosa voglio. Lascio che il tempo e non solo, mi imprigioni, mi incateni, rimanendo ferma lì. E ferma lì ci sono rimasta per anni. E adesso mi guardo indietro e non so più niente. Non sono più piccola e non sono nemmeno grande. Sono in un limbo dove è arrivato il momento di scegliere. E allora, vuoi continuare ad essere piccola o vuoi cercare di diventare grande? Forse questa è una delle poche domande a cui segue una sincera risposta. Voglio diventare grande, ma ho anche paura di diventarlo per davvero, ecco perché resto lì, ferma, immobile.
Ed è proprio adesso che mi sento sola e non perché sono a casa e intorno a me non c’è nessuno, mi sento sola ovunque, in mezzo alla gente, in mezzo a quei parenti che si ostinano a dichiararsi la mia famiglia. Mi sento sola anche con chi dice di amarmi, ma in fondo non c’è. Mi sento sola perché sento di non essere capita. Forse è proprio questo il problema, ma non è colpa di nessuno se non la mia.
Cerco un’anima dannata che mi possa capire, ma non è così che funziona perché alla fine voglio solo essere salvata, come le principesse nelle favole che vengono salvate dal principe, e pensare che le ho sempre odiate le favole, no, ho sempre solo fatto credere agli altri di odiarle.
Mi hanno spinto ad essere forte, mi hanno creato questo personaggio ed io ho accettato questo ruolo, in questo film infinito che si chiama vita.
Ma ora, ora che sono sola per davvero non ho più la forza di sostenere questo ruolo così surreale e angosciante. Voglio essere una principessa, voglio che il mio principe mi salvi. Voglio essere amata per davvero, nel bene e nel male, ma voglio essere amata per davvero. Voglio amare per davvero, trovare, scavare dentro e vivere, vivere.
Allora, è arrivato il momento. Vuoi davvero lasciare ai tuoi occhi solo i sogni che non fanno svegliare?