Il contributo dell’ing.Liliana Monaco, dirigente della Regione Campania della Struttura di Missione per lo smaltimento dei Rifiuti Solidi in Balle, apre uno squarcio nella pubblica amministrazione italiana offrendo un contributo di descrizione e verità in un settore che necessita, da tempo, di una profonda rivisitazione.
Il Governo del Territorio è regolamentato da diversi ambiti normativi concorrenti a definire innumerevoli vincoli e parametri da rispettare che si sovrappongono e trovano – si può dire senza mezzi termini – nelle conferenze di servizi, il luogo tristemente deputato alla massima ostentazione del proprio ego di tanti vertici apicali della pubblica amministrazione, imprigionando per anni lo sviluppo e il progresso di intere comunità.
La crescita dell’Italia si infrange miseramente nelle sabbie mobili della burocrazia, composta prevalentemente da risorse umane che ignorano il vero significato dell’interesse generale e sovente collocano sullo stesso piano questioni irrilevanti e grandi obiettivi di crescita.
La riflessione amara è che essendo diffusi e stratificati i diversi fenomeni di corruttela sia nell’ambito gestionale che politico, traguardare l’interesse generale è l’ultimo dei “pensieri” degli attori della governance, cioè di coloro che detengono i poteri decisionali, da qui il collasso economico, morale e sociale della intera nazione.
Mai come adesso vi è necessità di affidare compiti di amministrazione pubblica a persone competenti che sappiano, in primo luogo, utilizzare correttamente “il verbo della lingua italiana” .
La Costituzione Italiana agli artt. 97 e 98 indica i principi in base ai quali la pubblica amministrazione deve essere organizzata, essa sovrintende ai servizi pubblici che sia lo Stato che gli enti locali hanno l’obbligo di rendere alla collettività all’insegna dei criteri di buon andamento e imparzialità.
Autonomia gestionale, efficienza, efficacia, economicità, e-government, sono termini che, da oltre venti anni, riempiono sia i discorsi della politica che i molteplici trattati del management pubblico, ma in concretezza, nel quotidiano delle attività degli Enti, cosa devono significare ?
La competenza reale si riesce davvero a percepire quando il risultato ottenuto è espressione di qualità del servizio pubblico realizzato con efficace rapidità e che sia apprezzato dal cittadino; la esecuzione resa poi possibile, altresì, attraverso una certa dose di “effervescenza di idee e progetti” seri e ragionati della gestione, tali da supportare correttamente l’Istituzione Pubblica, costituisce, infine, quel “quid” in più distintivo di un “buon governo”.
La politica deve saper esprimere una rettitudine intellettuale, ma particolarmente, la capacità di saper individuare indirizzi di amministrazione concepiti per governare “ la res pubblica” su modelli di sviluppo e crescita del territorio concreti.
La realtà purtroppo è disastrosamente lontana da tutto ciò, al Sud, in particolare, ove atavicamente le Istituzioni Pubbliche rendono le loro funzioni attraverso un estremo assistenzialismo, la questione è assai grave. Se sei un bravo “yes-man” non c’è esperienza o competenza che tenga, come chiara analogia di non adatta funzionalità al volere della politica.
Le persone provviste di cultura e competenza si mantengono ben distanti dal frequentare gli ambiti della politica, non è un caso che il “maggiore partito” è rappresentato dall’astensionismo, considerato che nell’ascoltare i discorsi della politica, in special modo quella di riferimento locale, si ha la triste consapevolezza di consiglieri comunali e provinciali, affidatari di importanti ruoli di responsabilità, assolutamente a digiuno delle più elementari regole della grammatica italiana e che con estrema scioltezza utilizzano il verbo “avere” in sostituzione del verbo “essere”!!!!!.
Nel pubblico “Politica & Dirigenza “ hanno, appunto, formato una “s.p.a.”, un intreccio che in molti casi è divenuto indissolubile, a meno che l’Amministrazione non si modifichi come appartenenza partitica; i casi di cronaca giudiziaria confermano vistosamente la presenza di tali legami trasversali. La degenerazione di azione e di pensiero ha raggiunto livelli davvero preoccupanti anche perché con la modifica costituzionale del 2001 sono stati soppressi i controlli terzi sui procedimenti amministrativi.
Dalla P.A, purtroppo, dipendono le sorti dell’intera società.
Nazioni all’avanguardia da anni, convintamente, puntano all’uso della meritocrazia come parametro selettivo sia nel privato ma soprattutto nel pubblico.
I sistemi educativi delle società meritocratiche selezionano i migliori, indipendentemente dai ceti di origine, proprio come assunzione di principio basilare alla crescita complessiva della nazione, ed è questo il “vero cuore del problema”, l’assenza della meritocrazia dal sistema dei valori all’interno della società implica che comunque vanno ed andranno sempre avanti quelli muniti della “raccomandazione”.
Una società, questa italiana, barbaramente costruita sulla “cooptazione” piuttosto che sul valore o sulla concorrenza, “un circolo vizioso indistruttibile del demerito” che blocca da sempre un reale sviluppo, contribuendo considerevolmente alla generale mancanza di fiducia.
“Meritocrazia” significa che vanno avanti i migliori in base alla loro capacità ed al loro impegno, un sistema di governo o gestione basato sull’abilità dimostrata e sul talento.
Un “servizio pubblico meritocratico” richiede enormi trasformazioni delle visioni della politica con l’obiettivo di riuscire a poter rivoluzionare il sistema, ottenendo prestazioni di qualità e costruendo un nuovo welfare per il paese.
Il “merito,” è il risultato di una vera e propria ideologia morale secondo la quale allineare tutte le politiche : sociali, economiche ed educative.
Oggi, la civiltà conquistata non risulta essere sicuramente la migliore di tutte, anzi, oltre alla profonda crisi economica in atto a livello mondiale, vi è una crisi ancora peggiore che riguarda i valori umani ed etici della persona.
I giovani d’oggi, prendono esempio, dai genitori, dagli insegnanti, dagli uomini che ci governano, la maggioranza di loro “ragiona” con la “logica” del “minimo sforzo”, inflacciditi nella tristezza della noia e nella mediocrità, i malesseri sociali dei nostri giorni.
“Le scorciatoie” non conducono mai a risultati solidi, senza un rigoroso e costante impegno, gli obiettivi raggiunti saranno sempre superficiali ed approssimati. Il sapere di ognuno è ben poca cosa, se paragonato all’ ignoranza che ci travolge, ciò deve essere lo stimolo, per tutti noi, verso il desiderio di conoscere, imparare, comprendere ed ascoltare, sempre!!
Nell’attuale società, dove tutto è divenuto dubbio, molti avvertono la esigenza di richiamarsi ad antichi valori , alla ricerca di un supporto che tenti di poter bilanciare il senso di inadeguatezza tipico del momento. Altri, all’inverso, interiormente lasciano maturare uno stato di cinico pessimismo, permettendo il dilagare del dubbio del pensiero a tutti i livelli, con una conseguente e crescente propensione a non credere neppure ai valori umani più semplici e universali.
Ottimi esempi vengono dal mondo politico e dalla P.A. in generale!!!! Mettere un freno al dilagare del malaffare, porterebbe a soluzione i problemi più spinosi che affliggono le comunità. Infatti, il rigore, la moralità, se applicati secondo regole precise e definite possono donare alla P.A. nuovo virgulto.
Sistemi di pubblica istruzione allo sbando, episodi di malasanità o sistemi economici in profonda crisi, sono problemi questi, inaspriti dalla corruzione e dalla mediocrità sia della classe politica che della burocrazia.
Gli elettori, oggi posseggono, tanti motivi per essere delusi della condotta dei loro leader.
La corruzione, in particolare, determina sempre più la nefasta convinzione che irrealizzabili sono le loro attese rispetto alle misure utili per migliorare la qualità della vita e per avviare il Paese lungo un percorso di reale prosperità. La intolleranza popolare, è ormai esasperata dal serio convincimento che tutti i detentori del potere si occupino esclusivamente del proprio portafoglio!!!.
Ecco quali sono le vere e gravi cause di tanta inefficacia e inefficienza delle azioni ai diversi livelli di Governo delle Istituzioni Pubbliche, si è partiti dall’Istituto della Conferenza dei Servizi perché esso rappresenta la cartina di tornasole, di cosa sia, nella realtà la pubblica amministrazione italiana: “un magma lento, estenuante ed infruttuoso”
A tutto questo, infine si aggiunge la mancanza di una garanzia del rispetto delle leggi attraverso un’Amministrazione della Giustizia onesta e indipendente, di sistemi di pubblica istruzione efficienti, di un rigore nell’applicazione delle regole di etica, la “questione morale” è purtroppo strettamente correlata ai comportamenti della classe politica, Benedetto Croce ha sostenuto che : «il vero politico onesto è il politico capace».