Cesare Pavese, in un suo famoso aforisma recitava: “ Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei, resta ad aspettarti”.
L’Italia è questa. Racchiude queste parole. È circondata da borghi, tutti straordinariamente fantasiosi. Piccoli paesi che sembrano usciti da una fiaba, stradine, balconi fioriti. E panorami mozzafiato. Centri abitati che, attraverso la loro storia, sembrano rimasti fermi nel tempo. Ci rendiamo conto che sono pieni di ricchezza, ma che oggi vedono un vero e proprio spopolamento. Basti tornare indietro nel tempo, ma anche recentemente, in cui i nostri avi, per necessità li hanno abbandonati, per recarsi in metropoli ed avere un futuro prosperoso.
Ad oggi sono paesi che vediamo popolati dalla curiosità dei turisti o di giovani che decidono di piantare le loro radici proprio in questi luoghi suggestivi. Forse l’economia di questi centri potrebbe risollevarsi grazie ai giovani che decidono di rimanere a viverli, a quelli rimasti e quelli che potrebbe ritornarci. Magari luoghi lasciati dai genitori costretti ad emigrare. La maggior parte di questi sono fermi nel tempo, per storia, tradizione, sono ricchi di narrazione, di cultura, di patrimonio.
La loro particolarità risiede molto spesso, in fortezze, tenute in buono stato. Oggi con un semplice pass, a pagamento e non, è possibile visitare castelli, tenute, rocche, ove si è cercato di rimanere intatti, avvenimenti accaduti in un epoca troppo lontana dalla nostra. Vi è solitamente qualcuno del luogo pronto a raccontarli e farceli rivivere con l’immaginazione. Di antiche corti di palazzo, camini monumentali, scalinate che avranno visto sfilate di corte. Campanili, chiostri e conventi dove hanno trovato sede municipio o uffici, senza cambiamenti ma solo semplici adattamenti alla modernità. Stradine piccole, in cui è facile accedere, ma che tendono a racchiudere vicoli e posti incantevoli. Cappelle di Santi venerati che a volte possono passare inosservate. Case ove è spesso sentire la domenica, il profumo del ragù, del pranzo che tiene unito. Perché i piccoli centri sono anche questo. L’odore della cucina, rimasta ancora tradizionale. Dimore che a vista possono sembrare piccole, ma che all’interno fanno scoprire un mondo. In alcune, al loro ingresso, scopriamo anche imponenti atri o giardini, la tipicità delle case di una volta. Paesi che rivivono, seppur con una nota moderna, piccole botteghe, Barber Shop tradizionali, cantine di vino, B&B. È molto facile incontrare o essere intravisti da qualche abitante curioso e non, affaccendato dalla sua routine quotidiana.
Piccoli paesi dove puoi ancora lasciare le chiavi davanti alla porta.
Luoghi che racchiudono archi, volte, dipinti nascosti a volte sotto un imponente orologio che sembra padroneggiarsi sull’intero paese.
Alla fine di queste strade, troviamo spesso qualcosa che attiri la nostra attenzione, come un paesaggio sorprendente e che per qualche secondo fa mancare il respiro.
Anche senza il mare.
Magari con una veduta di vigneti secolari e in frutto. La natura offre sempre la sua bellezza, qualsiasi forma essa assuma.
In questi luoghi, ogni posto, ogni vicoletto racchiude una storia.
Di bambini ormai cresciuti, ma nati qui, che hanno lasciato un loro pezzetto di vita, a volte attraverso una scritta su qualche porta disabitata, ancora intatta o una cicatrice ben visibile sul proprio corpo, magari correndo in bicicletta o per nascondersi da qualche malandrinata del momento.
Questi centri sono presi d’assalto soprattutto il fine settimana. Per viaggi brevi ed organizzati. A volte anche di coppie capitate li per caso.
E del caso vedono una fortuna.
Sono spesso paesi che si svuotano soprattutto d’inverno, si scappa dai paesini di provincia. Ma il borgo resta li, durante tutti i giorni del calendario, con itinerari sempre aggiornati e alla portata di tutti.
Con il box informazione sempre attivo e sempre pronto ad accogliere il visitatore. O il residente andato via in cerca di fortuna.
Perché il paese è di tutti quelli che sanno ascoltare il suo silenzio e allo stesso tempo con nessun proprietario.